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Profilo d'autore. Remo Squillantini


Remo Squillantini, è stato uno dei più significativi artisti figurativi toscani del secolo scorso. Nato nel 1920 a Stia, in provincia di Arezzo ed morto a Firenze il 6 agosto 1996.

Ha svolto una intensa attività di illustratore lavorando con importanti editori, per dedicarsi poi alla pittura.

I suoi personaggi sono emblematici della società del benessere fatta di piccola mondanità, vizi salottieri, abitudini, debolezze e conformismi. Si è dedicato a rivisitazioni ironiche di opere del passato e ha sviluppato la propria ricerca per cicli tematici; tra cui ricordiamo “I sette peccati capitali”, “Il mare”, “Il cabaret”, “Sinopie primi 900”.

Squillantini è il testimone, ironico e disincantato, di un’epoca compresa fra i primi anni ’50 e gli anni ’80, quelli della piccola borghesia che si crogiola nella propria agiatezza del boom economico.

Nelle sue opere è ritratto questo sopraggiunto benessere in tutte le possibili sfaccettature della vita quotidiana: le cene al ristorante, i ritrovi al bar, le corse dei cavalli, gli allegri convivi, le partite a poker. Scene di vita ordinaria in cui trapela il gusto del lusso, dei piccoli piaceri… forse fine a se stessi, però gustati fino in fondo con l’aria di chi ci “è arrivato”. Dette così sembrerebbero banalità. Invece, e sta qui la magia di Squillantini, dietro ogni quadro apparentemente gaudente e godereccio trapela un’aria malinconica, di sottile disfacimento, come se questo piacere fosse sul punto di guastarsi da un momento all’altro. Basta guardare i corpi dei personaggi, con quel nonsoche di sfatto, le pelli avvizzite, gli sguardi dilatati in un sorriso troppo pacchiano per essere autentico. Dove tutto luccica, anche troppo, un retrogusto amaro sta sempre lì in agguato a rovinare la festa.

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Remo Squillantini, was one of the most important Tuscan figurative artists of the last century. Born in 1920 in Stia, in the province of Arezzo and Florence died Aug. 6, 1996.

He has carried out an intense activity as an illustrator working with major publishers, then to devote himself to painting.

His characters are emblematic of the middle society made a small worldly welfare, drawing-room vices, habits, weaknesses and conformism. He devoted himself to ironic reinterpretations of works of the past and developed its own research to thematic cycles; including "The Seven Deadly Sins", "The Sea", "Cabaret", "Sinopie first 900".

Squillantini is the witness, ironic and disenchanted, of an age between the early 50s and 80s, those of the petty bourgeoisie living in the comfort of their own economic boom.

In his works he portrayed this welfare occurred in all possible facets of everyday life: the dinners at the restaurant, the night life at the bar, the horse races, the merry feasts, games of poker. Ordinary life scenes in which leaks out the taste of luxury, the small pleasures ... maybe limited to their little horizon, but enjoyed with the satisfaction of someone that "arrived". to such welfare.

It would seem so banal. Instead, and this is where the magic of Squillantini, behind each painting apparently pleasure-seeking ,it transpires a melancholy air, thin breakup, as if this pleasure was going to fail at any moment. Just look at the bodies of the characters, with that undefined old fashion atmosphere, withered skin, eyes dilated into a smile too tacky to be authentic. Where everything glitters, even too much, a bitter aftertaste stands always hidden, ready to spoil the party.

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