Paolo Avanzi parla del Racconto nei video su Instagram e Youtube (avanzidicultura)
- Paolo Avanzi
- 12 minuti fa
- Tempo di lettura: 2 min
Nella nostra società dominata dai social e dalla tecnologia ha senso scrivere e leggere racconti? Il racconto è un genere letterario ancora valido o un retaggio del passato? Ha ancora un senso «raccontare» nella realtà di oggi?
I racconto non solo ha un senso, ma può dare un senso alla nostra realtà. Il racconto può aiutarci a capire meglio la complessità della società in cui viviamo. Quindi raccontare può aiutarci a vivere meglio (Al riguardo vi consiglio di vedere il video su YouTube per approfondimenti)
Che cosa è il racconto? Possiamo definirlo come la rappresentazione della realtà. Una rappresentazione più o meno fantasiosa o realistica, ma che contiene in sé un punto di vista, una prospettiva, che è quella di chi narra. Raccontare significa parlare della nostra vita, al presente, passato o futuro dando rilievo a ciò che conta.
Nel video e su Youtube parlo di come il racconto può avere un senso nella nostra realtà. Come si struttura un racconto, come gli stessi Social implichino un racconto. Il racconto è insomma un modo di interpretare la realtà a cui non possiamo sottrarci. Il concetto è se farlo in modo consapevole o istintivo.
Il racconto come specchio della nostra realtà. Il racconto non è solo letteratura affidata a grandi scrittori, ma anche una rappresentazione della nostra realtà. E per questo deve fare i conti con le complessità che noi viviamo, con la tecnologia, i social ecc.
Da sempre il racconto è stato considerato un genere di serie B. Non a caso le case editrici tendono a privilegiare il romanzo al racconto. Considerando poi che si legge sempre di meno, anche i racconti nelle librerie tendono ad essere snobbati.
Se però pensiamo al racconto come a una rappresentazione della realtà ecco che il racconto diventa una chiave per capire quello che stiamo vivendo, interpretarlo.
Scrivere un racconto è inoltre più semplice - per la sua brevità - che scrivere un romanzo.
Io cominciato ad avvicinarmi alla scrittura creativa intorno ai 30 anni. Il primo autore che ho preso come riferimento è stato Dino Buzzati. Un veneto come me trapiantato a Milano. I suoi racconti dal taglio giornalistico che poi sconfinano nel sogno mi hanno impressionato e spinto a scrivere io stesso dei racconti.
Scrivere racconti per me era un modo di evadere da un mondo lavorativo che non mi soddisfaceva. Applicandomi sono riuscito a migliorare la mia scrittura, il mio stile.
Superare certe critiche che ricevevo. Capire cosa andava e cosa meno.
Ho considerato la narrazione come un modo per fissare la realtà, per darle un senso. Per me raccontare significa imprimere la propria personalità su ciò che viviamo, lasciare una traccia.
Esiste poi un tipo di racconto che è rivolto a se stessi, Quella che si chiama narrazione personale.










































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